di Molière
Il misantropo
SINOSSI
Molti sono i pregi che hanno fatto la grandezza di Molière, tra questi quello di prendere i suoi personaggi dalla vita di tutti i giorni, creando quella galleria di personaggi che tutti ricordiamo, avari, ipocondriaci, sciocchi, ipocriti, scaltri truffatori, personaggi vivi e veri, materiale su cui Molière esercita la sua caustica ironia denudante.
Nel Misantropo sotto la sua lente d’ingrandimento finisce un tipo d’uomo che, contro ogni consiglio e parere, non scende mai a compromessi, ponendo la sincerità al di sopra di tutto, e finendo naturalmente con l’urtare la suscettibile sensibilità dei propri simili e pagandone le conseguenze.
Ma se il pessimo carattere di Alceste lo fa diventare ridicolo e comico, non è ridicolo ciò che appare per contrasto: la società è regolata da un complesso di menzogne, convenzioni, conformismi, condizionamenti e ipocrisie invincibili, e chi s’illude di poter cambiare gli uomini, è destinato alla solitudine e al pubblico ludibrio.
Non c’è scampo per chi non si integra sembra dire Molière. Non solo, ma anche la verità assoluta che Alceste reclama e pretende d’incarnare non è priva di punti deboli: l’amore di Alceste per Celimene, che rappresenta all’opposto l’artificio assoluto.
Proprio l’universalità dei temi e dei caratteri rende possibile un allestimento in un tempo “senza tempo”, che avvicini ancora di più il testo, decisamente attuale, alla nostra contemporaneità e quotidianità.
CAST
con Andrea Roggia, Emanuela Morrone, Benedetta Perego, Claudia Serra, Maurizio Pavese, Marco Mantovani, Candida Ballario e Ezio Graziano.
Regia – Luciano Caratto
Costumi – Rossella Campisi & Sara Signorile
Disegno luci – Pietro Striano
Scenografia – Dario Favatà
Grafica – Eduardo Viviani
Assistente alla regia – Cristina Zelli e Claudia Serra