di Michel Marc Bouchard
Le Muse orfane
SINOSSI
Nel piccolo villaggio di Saint Ludger de Milot, in Québec, tre sorelle e un fratello si ritrovano per la prima volta insieme dopo svariati anni. Il pretesto per ritrovarsi è l’improbabile ritorno della madre che li aveva abbandonati vent’anni prima per seguire un bello spagnolo, poco dopo aver appreso della morte in guerra in Spagna del marito. In quel frangente la storia della famiglia era stata riscritta con lo scopo di proteggere la più piccola delle sorelle, Isabelle. Ora è proprio lei, Isabelle, che obbliga tutti a riprendere contatto con la realtà.
Questa potrebbe essere l’asciutta sinossi di questo testo, senza disvelare ciò che l’azione racconta, sorprendendo, lo spettatore.
I fatti sono collocati nel 1965, in un piccolo villaggio, isolato, culturalmente e socialmente, praticamente senza storia e non sfiorato dallo sviluppo economico, che pare aver trovato una dimensione comunitaria solo attraverso i codici di un fervore religioso e delle sue regole, spesso sfocianti in un ottuso bigottismo.
La messa in scena colloca l’azione in uno spazio più convenzionale e meno denotato realisticamente, traslando e rispettando i caratteri imposti dalla realtà su un piano maggiormente simbolico e universale.
Questo permette di concentrare l’attenzione sulle dinamiche relazionali dei quattro personaggi e sulle disfunzioni di una famiglia, che diventa patologica, arrestando e cristallizzando la crescita di ogni componente, sia per l’abbandono subito e le carenze affettive che per le verità celate.
Ogni personaggio sembra imprigionato in un’identità costruita su menzogne, falsi miti, credenze, e i tentativi di andare oltre, di evolversi, sembrano dover passare attraverso inevitabili traumi, necessari per dissolvere la gabbia invisibile che lo teneva prigioniero.
CAST
Isabelle – Claudia Serra
Luc – Gianluca Argentero
Catherine – Cristina Zelli
Martina – Alessandra Caracciolo
Regia – Luciano Caratto
Grafica – Eduardo Viviani
Costumi – Sara Signorile
Disegno luci – Pietro Striano
Scenografia – Dario Favatà
Assistente alla regia – Emanuela Morrone